L’area Rodotà, l’intergruppo parlamentare congegnato da Civati, si calcola base elettorale per Ipo…condria della sinistra reale diviso 5(stelle). Ok tralasciamo questa complessa formula per la cui spiegazione vi rimando allo studio attento dei testi pitagorici. L’area Rodotà è questa: Civati, il dissidente, + sparuto gruppo dei malpancisti PD (che brutti vocaboli conia la stampa) + SEL critica + M5s colloquianti.
Miscela politica lontana dal divenire realtà. Civati e Rodotà, tra i pochi interlocutori possibili del M5s, sono stati recentemente tra i destinatari di alcune simpatiche invettive made in Grillo.
Dico simpatiche perché reputo comprensibili paura e rabbia che dimorano nei cuori e nelle menti dei pentastellati. Però dai Beppe, Rodotà ti ha mosso critiche in modo civile e al contrario delle tue lamentele penso che sia meglio che lo abbia fatto proprio dopo le elezioni amministrative, prima sarebbe stato peggio no? Certo, è vero anche che per il m5s peggio di così queste elezioni non potevano andare. Unica consolazione è che neanche agli altri sia andata bene. Danzano sul ponte mentre il Titanic affonda.
Il risultato delle amministrative, a detta di molti e dello stesso Civati, sembra essere positivo.
Nei fatti, indebolisce l’idea di grande coalizione grazie all’affermazione del PD nella sua accezione più critica. Per due motivi. Pensiamo alla provvisoria affermazione dell’ex senatore Marino, per fortuna percepito come esponente critico del PD, grazie al fatto di non aver votato la fiducia al governo Letta e alla sua dichiarazione di aver votato Rodotà in luogo di Napolitano. L’affermazione di un esponente in evidente contrasto con gli attuali vertici del partito definirebbe vincente la mozione critica del PD e incoraggerebbe il partito a cambiare direzione al prossimo congresso. In sintesi potremmo appunto dire che, in ragione di questo risultato politico romano, si indebolisce il concetto di larghe intese .
A mio modo di vedere le cose e in virtù di quanto fin qui espresso, la débâcle grillina nasconderebbe una insidia, quella di depotenziare l’appeal politico delle tesi summenzionate, che assieme ad altre la mozione Civati già promette di introdurre al congresso.
Tanto per cominciare, si potrebbe obbiettare che molti dei sindaci piddini di prossima elezione rappresentano, eccezion fatta per Marino e pochi altri, la selezione del territorio dove però agivano uomini indicati dalle vecchie mozioni (vuoi Bersaniani piuttosto che Teodem o Franceschiniani). Mettiamo da parte le correnti in auge del regime vigente. Esaminiamo un dato significativo. Vi scongiuro, seguitemi nel ragionamento e di esso coglietene la virtù migliore, ossia la schiettezza. Orbene, cos’è che rende una mozione vincente ad un congresso di partito? Quella che afferma un principio piuttosto che un altro? Oppure quella che riporta al centro un nuovo modo di fare politica, un nuovo progetto di rilancio bla bla bla? Si certo, magari sono anche questi aspetti, soprattutto se funzionali al raggiungimento del vero fine politico, e cioè la mera e pura Affermazione , da spendere per indirizzare le scelte della società in una direzione e bla bla bla…. certo, ma anche per esercitare il potere ambito. Ovviamente, rifiutiamo questa misera concezione, ma in cuor nostro e con rassegnazione ne accettiamo da secoli i funesti effetti. Chiariamo ancora una volta che questa è solo una brutale osservazione. Rivendichiamo per noi una politica migliore, che magari crei l’illusione di tutto questo potere in gioco, per soddisfare il parterre congressuale, ma che poi sappia rivelarsi molto più nobile.
Veniamo al punto. Alla luce di tutte le considerazioni appena fatte riproponiamo i quesiti precedenti: cos’è che rende una mozione vincente ad un congresso di un partito? Quella che antepone le ambizioni a tutto il resto? E quali sono queste ambizioni? Le personali affermazioni nel sistema di potere. E come si determina il raggiungimento di queste condizioni ? Attraverso il consenso. Consenso inteso come giudizio morale positivo? No, consenso numerico. Ora vista la scarsa capacità di attrarre consenso in politica non conviene essere alleati di una forza inesperta (quindi controllabile) ma popolare tra gli elettori? Si certo, e se quella forza è il m5s (come lo era con certezza fino a domenica scorsa) non resta che appoggiare l’unica mozione che potrebbe consentire al PD questa connessione politica. E colui che rappresenterebbe al congresso questa soluzione si chiama Civati. Se il m5s crolla ci saranno altre soluzioni. La politica è anche la continua ricerca delle formule per risolvere la contorta natura umana.