Una giornata particolare, ma senza Marcello e Sophia

Oggi ho avuto una giornata particolare. No, niente commento radiofonico a fare da sottofondo acustico a questo sabato romano indubbiamente non visitato da alcun dittatore(*). Ripercorro quelle ore spese nelle rarefatte atmosfere neorealiste del Pigneto, quartiere che fu del riposo popolare ferroviario. A mezzogiorno ero in visita presso una di queste corti e il mio sguardo, portato verso quei  lunghi ballatoi levantini, cercava non invano, di incontrare l’adagio cortese di un Mastroianni, il passo frettoloso di un Manfredi.  Sotto portoni ad arco, trionfante il mio ingresso nel ricordo, attendevo l’incontro con portieri della stazza di Aldo Fabrizi e laggiù nel cortile dismesso altro non attendevo che le urla di una Magnani rivolte ai marmocchi “A regazzì ma nun ce l’avete na casa???” Preludio evocativo a un’incontro che avrebbe condotto il termine della  giornata particolare in un vortice di pensieri universali.

La  sera nell’altro quartiere dei soliti ignoti che celebrano movida (mica la dolce vita) ho incontrato un  grande attore. A San Lorenzo, presso il cinema Tibur stasera davano “La grande bellezza”.

Sorrentino scrive una bella pagina del racconto infinito della città eterna. Ma soprattutto è Toni Servillo che convince. La sua interpretazione è talmente maiuscola da collocarlo definitivamente una spanna sopra tutti i coevi colleghi italiani.

Ma con i maestri del passato la misura non si colma. Con ancora lo splendido ghigno di Servillo impresso negli occhi, pongo lo sguardo ad un televisore muto. Alzo il volume e contemporaneamente si abbassa l’entusiasmo. Ascolto le parole dell’attore e si mortifica il paragone con le glorie del cinema nazionale di sempre.  E capisco che il passo culturale di quegli spiriti incontrati tra i ballaioi e i cortili della Roma orientale è ben lontano.

il celebre casertano ha uno sguardo enorme per la telecamera ma una miopia imbarazzante per leggere con chiarezza la società. Tra i sorrisetti compiacenti e ammiccanti della Gruber e del fiancheggiatore Sorrentino si lancia in un’analisi tutt’altro che lucida.

Voglio fermarmi qui, vi risparmio il commento della fiera delle banalità appena ascoltate. Mi risparmio la formulazione di un giudizio che, per forza di cose,  mi condurrebbe all’iscrizione del mattatore campano presso il club dei soddisfattissimi egoisti e aridi difensori del generoso (solo per loro) status quo.

Io non credo che l’inquilino del sesto piano sia antifascista, semmai il fascismo è anti-inquilino del sesto piano!

Gabriele (Marcello Mastroianni) da “Una giornata particolare”. 1977

 

(*) Richiamo alla vostra memoria quel film di Ettore Scola, il link ne incornicia un frammento delicato