Syriza: la riserva figlia dell’esperienza

Ho dei dubbi su Syriza? Si certo ma neanche troppi. Almeno non gli stessi che nutro per la leadership renziana. Nel tempo ho sempre cercato di decifrare la storia della sinistra italiana, in particolar modo il PCI in tutte le sue derivazioni e depravazioni. Nel farlo credo di aver costruito un bagaglio di elementi oggettivi che sommandoli e o moltiplicandoli (ma mai elevandoli a potenza) hanno fornito al sottoscritto quella che Italia si pratica poco: la memoria. Attraverso di essa ho potuto decifrare quali interessi erano in campo ieri e quali sono oggi, se ad esempio studi la storia di Veltroni o di D’Alema scopri molte cose interessanti e le loro vicende spesso vanno ad intrecciarsi con banche, fondazioni, cooperative ecc…anche tralasciando tutte queste che ormai posso a pieno titolo essere considerate banalità puoi sempre prendere in considerazione la semplice storiografia e allora riesci a mettere a fuoco il ruolo della corrente migliorista, quella di Napolitano e Amendola, i suoi legami con il socialismo craxiano ecc…Se infine metti insieme tutto sto zibaldone di informazioni arrivi a comprendere che i per niente stolti e maldestri hanno saputo costruirsi un soggetto garante dei loro interessi, ce lo hanno servito con un contorno di messaggi (rinnovamento, rottamazione, cambiaverso ecc…) da vera campagna di marketing commerciale.
Inevitabile quindi non decifrare con chiarezza ruolo e funzione di Renzi. La plètora di personaggi che sono dietro la sua “opportuna e tempestiva” ascesa è infinita e vanno da Berlusconi a D’Alema passando per Napolitano, tutti, non a caso attori nella stessa commedia con ruoli diversi e ben tratteggiati dai media. D’Alema il celeberrimo nemico, Napolitano il grande saggio che veglia su di lui, Berlusconi lo scomodo ma obbligato partner “perchènoncèalternativa”. Certo poi vogliamo credere che la colpa è di un movimento populista che si è rifiutato di dialogare e allora io alzo le mani e …anzi no: ma veramente consideriamo plausibile che una classe dirigente di decennale insediamento – e che quindi ha intrecciato negli anni relazioni d’ogni sorta con mondo dell’industria, delle imprese, massonerie varie ecc…. – possa aver pensato di mettersi in società con un maldestro gruppo di perfetti sconosciuti? Quindi coniugare la difesa di certi interessi con un azione governativa concertata con un gruppo incontrollabile e anche un po populista? Ovvio che no.

Orbene mi si domanda un parere riguardo Syriza.
Che dire? Tutto quel lavoro di ricerca e studio della storia greca non l’ho mai fatto, ne ho così tanta voglia di approfondire la complessità di un paese che ha visto solo due dinastie (Karamanlis, Papandreu e loro affiliati) alternarsi alla guida del paese dopo addirittura una dittatura (quella dei colonnelli). E’ chiaro quindi che non posso arrivare alla stessa profondità di analisi e sinceramente preferisco occuparmi d’altro in questi giorni.

Pertanto non entro troppo nel merito e non formulo giudizi affrettati sulla carta politica greca. Mi limito, da semplice spettatore a leggere l’avvenimento con la sola prudenza, la consueta prudenza, la stessa che mi spinge a diffidare dei fenomeni creati dai media e dati in pasto, con troppa cura, al popolo affamato. Un esempio che serva a chiarire questo mio pensiero. Le Monde Diplomatique, mensile francese che amo leggere molto più di Charlie Hebdo, normalmente analizza le emergenze mondiali, le questioni più attuali, con puntualità e scrupolosa cura, concedendo carta ai più eccellenti analisti e spazio a fenomeni come Syriza e Podemos; bene come mai questi cari intellettuali francesi (e non) non si sono mai, e dico mai, degnati di scrivere due righe su un movimento politico che alle elezioni politiche del 2013 prendeva il 26% sfiorando un premio di maggioranza che l’avrebbe portata al governo di un paese confinante, nonchè repubblica occidentale da sempre al centro del dibattito politico europeo?

Straordinario: Renzi aderisce a Farsa Italia

Antefatto, la farsa democratica: Una trentina di senatori PD si rifiutano di votare la norma per la quale il premio di maggioranza sarebbe attribuito alla lista e non alla coalizione come invece vorrebbe insistentemente Berlusconi. E qui colpo di scena Berlusconi ordina ai suoi di intervenire in sostegno al governo di votare una norma a lui avversa. Ma come? Fino a ieri non era irrinunciabile quella norma? Ok si si sta giocando la partita del Nazareno, si rispettano i patti. Ma ogni trattativa che si rispetti vuole vantaggi distribuiti in eguale misura ai contraenti, dunque qual’è la contropartita?
Postulato, la farsa magra: Tutto molto chiaro (e non da oggi). E’ in corso l’organizzazione del potere per i prossimi decenni tra detentori di interessi a rischio. Non sarà fondamentale governare direttamente, il partito della nazione distribuirà un inutile alternanza (simile a quella degli ultimi vent’anni) E noi abbiamo un presidente del consiglio che firma la regia di questo squallido format, ma solo la regia, poichè la produzione è in mano a coloro che vedranno il loro futuro PdR somministrargli grazie, salvacondotti e utili insabbiamenti. D’accordo, Tutto bene, ma almeno un posto de lavoro glielo date alla povera gente?

Renzi Top Gun

La statura fisica non impedì a Tom Cruise di incarnare l’idolo macho-aviatore. Riuscirà Renzi con la sua “statura politica” a non farci tornare troppo in mente certa spazzatura anni’80?

(ASCA 6/7/2012) – Firenze, 6 luglio 2012 – Perche’ ”buttar via” soldi per i nuovi caccia F35′?. A chiederselo e’ Matteo Renzi, sindaco di Firenze, a proposito della spending review. ”Su alcune misure della spending review – dice Renzi su Facebook – si puo’ essere d’accordo. La razionalizzazione dei piccoli tribunali ad esempio e’ un dovere morale. Ma continuo a non capire perche’ buttar via cosi’ tanto sulle spese militari, a partire dalla dozzina di miliardi necessari a comprare i nuovi F35. Anche basta, dai…”.

e poi questa bella esibizione su sky ai tempi delle finte primarie con Bersani.  Ma altre primarie , stavolta vere (per metà) attendevano tutti noi ma in quell’occasione prevalse quello che era  importante per molti ossia affermare che con il il PD non si aveva niente a che fare…il PD che in quell’occasione fu lasciato in balia del suo destino oggi ha messo sul nostro destino ‘sto campione, il quale dopo essersi imbellettato con i complimenti di Obama (il presidente USA ha però ha dimenticato di mostrare quella “splendida sintonia”  nel suo video ricordo del viaggio romano) è a breve atteso alla prova dei fatti. Darà l’ennesima dimostrazione di cialtronaggine e ciarlataneria politica?

 

L’impossibile streaming Renzi vs Grillo

Ok a caldo butto giù due osservazioni su quanto accaduto in quest’altro memorabile streaming montecitoriano.

· Grillo sapeva di avere l’appoggio della maggioranza dei suoi seguaci e quindi ha agito in questo modo sgradevole ma anche per nulla ipocrita. Direte ma cosa dici busillisland? La maggioranza del voto on line grillino lo aveva incaricato di incontrare Renzi per dialogare? Se osserviamo meglio i numeri onestamente le cose non stanno esattamente così. Seguitemi in questo semplice ragionamento: i favorevoli all’incontro farsa (così sin da subito definito da Grillo) sono stati 20.843, i non favorevoli 20.397. E’ innegabile che tra quei 20.843 ci sia un gran numero di “vai Grillo, non ci dialogare e fallo a pezzi”. Pertanto l’elettorato m5s non vuole un finto dialogo con chi si ritiene non credibile. Grillo si è presentato all’incontro con l’imperativo di sfiduciarlo senza se e senza ma. Troppo duro penserete ma davanti a chi furbescamente evoca dolore e disperazione la durezza non è mai troppa. Detto questo è la prima volta che non ci troviamo davanti alle solite ammuine ove due apparenti antagonisti (sui contenuti politici) si scherniscono in sedi separate e poi si abbracciano in un pomicioso cheek to cheek. E questo grazie alla durezza di uno solo dei due, perchè l’altro, a ben vedere, ci aveva anche provato a limonare.

· E’ indubbio che avremmo tutti preferito assistere ad un dibattito dove uno dei due in ragione di una serie lunga di approfondimenti avesse sbugiardato l’altro e messo davanti all’opinione pubblica una verità oggettivamente riscontrabile. Ma non era quello il palcoscenico, non erano quelli gli attori. Da una parte del tavolo era seduto uno che forte di un non necessario sostegno dell’altro per governare si era preparato il solito compitino (il solito, ben scritto da abili spin doctor) da recitare in maniche di camicia (ma basta con questo richiamo all’operosità kennediana please). Dall’altra parte del tavolo un grigio capellone in improbabile mise istituzionale consapevole che facendo il numero teatrale forse avrebbe perso qualche senatore ma con la certezza che dialogando con chi fino a 5 minuti prima aveva definito “ebetino” avrebbe perso un paio di milioni di voti. Insomma non c’erano le condizioni e la sceneggiata era pertanto ampiamente prevedibile.

In definita giudizi da fornire non ne ho, sono dispiaciuto che il livello del dibattito politico tra le vere parti (non quello finto con gli Alfano e i Berlusconi) sia a questi livelli ma adesso è arrivato veramente il momento di avviare una profonda e seria ricerca dei responsabili di questo stato delle cose.

La speranza è una trappola

Non si è andati a votare alle primarie per Civati? Troppo tardi il Malox vi aspetta sul comodino! Scherzo ovviamente ma se non ricordo male non vi sentivate rappresentati dal PD…e il il PD ci ha messo meno di zero a dimostrarvi quanto voi invece lo rappresentiate bene..eh si perché alle prossime politiche non voterete e gli lascerete campo libero per continuare la sarabanda iniziata dopo il 1989 e non ancora finita (almeno finché non definirà di esistere questo sciagurato belpaese). Perché dico questo? Beh procediamo con ordine, dicevamo? Ah si che alla fin fine la vostra assenza al voto delle primarie era dettata da una questione di rappresentanza. Ebbene alle prossime elezioni politiche non avrete più questo problema, nel senso che non avrete occasione di vedere il vostro voto rappresentato in parlamento. Semplicemente perché Renzi (colui a cui lasciato mettere le mani sul PD, e in guardia eravate state messi, eccome se lo eravate stati) si è accordato con Berlusconi e quello che il loro amplesso politico ha partorito è un mostro elimina concorrenti. Sopravvivrà la Lega e forse il M5S ma per quest’ultimi che ve lo dico a fare…anzi faccio come dice il nostro amico Serra: sono puzzolenti e volgari e probabilmente non hanno mai letto Proust!

Leggete qui cosa dice, dalle pagine del sole 24ore il professore Roberto D’Alimonte (uno dei massimi esperti mondiali di sistemi elettorali) :

“La formula elettorale a soglie serve a scoraggiare tentazioni terzopoliste. “Questo è il prezzo che i piccoli partiti devono pagare. Sopravvivono, ma solo se accettano di allearsi prima del voto con i grandi. Per la Lega è prevista una clausola di salvaguardia che le consentirà di sopravvivere nei suoi territori anche nel caso in cui non arrivi al 5% a livello nazionale”

A questo punto rivedere un po le proprie posizioni se si vuole partecipare in qualche modo al processo politico, oppure prendere parte nel tortuoso ma eccezionale operato del sistema movimentisco che però non interviene mai a livello legislativo, si certo può tentare di modificarne l’evoluzione (o l’involuzione, se vogliamo) ma in passato raramente si sono raccolti risultati notevoli e il più delle volte è stata proprio la politica parlamentare a frustrare (se non reprimere) le azioni civili della società attiva e consapevole.

Comunque mai e poi mai richiudersi nella disillusione e nello scetticismo e poi adesso che non abbiamo più speranza possiamo iniziare a combattere (io con il caro Giuseppe). Liberati dallo stupido concetto della speranza (ricordate cosa dicevano Gaber e Monicelli?) dobbiamo rimboccarci le maniche e prendere parte perchè “la libertà è partecipazione”.

Il grande comunicatore

Agli sfegatatati tifosi delle ovvietà, ai feticisti delle banalità, ai cultori dello slogan “è un  grande comunicatore” che in passato hanno speso per Andreotti, per Berlusconi e oggi consacrano al loro beniamino Renzi dico: PARLIAMONE!

Renzi in coda al video fa riferimento a questo episodio.

Basterebbe questo articolo del FattoQuotidiano per ridicolizzare una volta ancora il menestrello della ribollita. E invece nell’Italietta del 2014 bisogna precisare sempre perchè la superficialità sembra regnare incontrastata.

Renzi la fiducia al governo Letta non la toglierà finchè: …

  1. …non avrà collezionato un numero adeguato di goal politici su assist del governo-amico (vd per l’appunto il caso del dietrofront del governo sui 150€ degli insegnanti a seguito dell’intervento del “salvatore della patria” )
  2. …la sua stampa amica, l’impero Gruppo Espresso+Gruppo RCS, (gli stessi che hanno tirato la volata alla sua campagna congressuale) non avrà demolito e annichilito il fenomeno M5s (vera ossessione della politica bipartisan-bipolare-largointesista)
  3. …non avrà completato l’opera di rassicurazione del gruppo dirigente storico attraverso il pagamento delle cambiali politiche sottoscritte dagli inizi della sua carriera, operazione che da affidabile ricattato, qual è, porterà a termine abbastanza velocemente e silenziosamente (intendo dire il silenzio della stampa amica, chiaramente).

Inoltre si eviterà di inserire la partita delle politiche in un fantomatico election-day con le elezioni europee ( da Renzi la richiesta chiaramente avverrà seguendo quindi  il copione della pièce teatrale messa in scena), poichè in quel contesto la destra  e il M5s giocheranno la carta anti-europeista. Per destra si intende FI-lega che hanno lasciato le garanzie europeiste a governare con Letta e quindi sono svincolate dai doverosi accordi-impegni sempre sottoscritti in passato.

Avviamoci dunque a raccogliere i risultati di quella battaglia che non hanno perso solo i 400.000 civatiani.

Avviciniamoci! Perchè L’8 dicembre si avvicina.

[Ovviamente l’avvicinamento non è quello tra destra e sinistra come facilmente evincerete dal testo che segue]

ASCOLTATE parole semplici che non suonano false visto che in quel partito Giuseppe s’è messo di traverso.
Una prova: Molti credono che sia stato un protetto di Bersani. Ebbene Civati non viene messo nel listino bloccato dall’ex-segretario nonostante sia il consigliere lombardo più eletto. Alle primarie è l’uomo più votato in Lombardia e per tutta riconoscenza di questi meriti il nostro “raccomandato” viene schiaffato al 6° posto della lista elettorale in una regione dove la presenza leghista e l’ascesa grillina potevano facilmente estrometterlo dall’elezione alla camera. Adesso andatevi a vedere che trattamento ha ricevuto il “ribelle Renzi” quando lo hanno accompagnato alle cariche di presidente della provincia prima e sindaco di Firenze poi. Guardatevi gli sponsor del toscano e dei suoi 200 parlamentari (compagine che in tale numero ha, per forza di cose, influito su tutte le boiate piddine degli ultimi mesi) e poi leggete i nomi dei pochissimi ma buonissimi parlamentari che sostengono la candidatura di Civati (Tocci, Mineo, Ricchiuti, Mattiello e pochi altri, perfortuna).

Ha poche possibilità? Fatevi un giro tra i circoli del PD e vedrete che non è così. E poi chi giustamente ritiene di voler rimanere fuori dal PD, tutto il mio rispetto (ci mancherebbe), ma proprio per questo non dovrebbe provare piacere nel momento in cui si appresta a esprimere un voto del candidato che tutti gli organi di stampa controllati (ahime) da quel partito ignorano con il fine di estrometterlo? Civati secondo o terzo avrebbe solo la funzione di tenere dentro l’elettorato di sinistra, è vero, ma Civati segretario romperebbe assai molto di più coglioni visto le persone che si è messo intorno.
Questa riflessione gli amici grillini dovrebbero pur farla no? Oppure veramente pensano di ottenere il 50%+1?

Andiamo lo so quanto siete smaliziati, lo so che la politica è una cosa diversa, che le relazioni determinanti avvengono lontano dai circoletti pieni di buoni propositi. Lo so , lo so, ma proprio per questo arriva questo invito a metterci tutti di traverso, a cogliere le poche opportunità che possono capitare. A risultato raggiunto nulla vieta ai più giovani di rimboccarsi le maniche e dimostrarci come si mette su un paese! Dico i più giovani perchè li vedo più attrezzati e quegli arnesi che mancano alla loro cassetta degli attrezzi può forniglieli la mia generazione (e quelle precedenti). Sapete quanto ho rispettato il voto al m5s ritenendolo sin da subito una buona opportunità per smuovere il paesaggio e quanto ancora ritengo non esaurita quell’esperienza. Essenziale sarebbe un rispetto reciproco. Pensateci, Civati può tranquillamente tenere il Pd su percentuali attorno al 25% (forse un po di delusi vendoliani,bertinottiani,dilibertiani ritornano) Un M5s che sceglie di interloquire e agire con il PD by Civati può aumentare il suo consenso in quanto acquisisce la credibilità del movimento capace di leggere il contesto e con esso interagire (in sostanza diviene più concreto) e quindi incrementare il proprio elettorato fino a un 30%. Ecco vi immaginate un PD che governa dovendo rendere conto quotidianamente non all’ing. De Benedetti ma a Alessandro Di Battista? Pensateci pensateci

Sana e robusta costituzione

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Sabato 12 ottobre, Roma viene attraversata da un immensa manifestazione in difesa della Costituzione della Repubblica Italiana. Grande partecipazione, persone libere giunte da tutta la penisola e sul palco finale a parlare costituzinalisti, politici, sindacalisti, preti combattenti ecc…alcuni nomi tanto per rendervi l’idea delle preziose energie convogliate su un tema così importante: Stefano Rodotà, Maurizio Landini, Salvatore Settis, Don Ciotti, Gustavo Zagrebelsky, Lorenza Carlassare e molti altri che scoprirete cliccando qui.

Ed ecco il giorno dopo il Presidente dichiarare candidamente che la Costituzione va cambiata e oggi si può fare, ci sono le condizioni. E chi sarebbe deputato alla riscrittura? Una nuova assemblea costituente? Un’assemblea parlamentare unica (entrambe le camere riunite)? No di certo, bensì 35 saggi, la maggior parte presi dal più forte baronato universitario e di questi ben cinque sono indagati per i concorsi truccati per le assegnazioni di cattedre accademiche (quindi beccati mentre perpetuavano il loro asfittico potentato, appunto)

Ma tralsciamo queste facezie (si fa per dire)

Piuttosto una cosa mi rende perplesso. Le immense intelligenze che ieri si sono succedute sul palco sanno alcune cose che sappiamo anche noi.

Ossia sanno che il PD è il partito che maggiormente determina la classe dirigente del paese. Uomini e donne in quota PD sono ovunque, dalle fondazioni bancarie ai cda delle partecipate statali. Dalle Università agli itistuti culturali fino alle testate giornalistiche. Certo così facendo si pongono in legittima concorrenza con gli alter ego politici e tuttavia nessuno di loro può ignorare che parte della responsabilità dell’andamento disastroso attuale (ma anche in prospettiva)  del paese ricada proprio sulla compagine democratica. Questo potere il PD non ce l’ha per provenienza celeste e divina ma come ben sappiamo è il frutto di decenni e decenni di frequentazione di altre forme di potere. E fin qui tutto abastanza normale, direi.

Ora la questione è che sembrerebbe che molti di loro abbiano deciso che la sinistra si debba fare fuori dal PD, altrove e così facendo non prendono parte in nessun modo al dibattito sul prossimo congresso PD.

Sembrerebbe che per loro, accada quel che accada all’interno del PD (compresa una vittoria Renziana) , sia unicamente fondamentale ritagliarsi un ruolo di critica esterna al sistema. Sacrosanto, giusto è loro facoltà farlo, ci mancherebbe. Eppure sanno benissimo, lorsignorim  che un PD nelle mani giuste potrebbe lentamente ritornare a occupare quel ruolo naturale di partito di centrosinistra o meglio di sinistracentro. E un centro di potere come quel partito non sarebbe meglio averlo come ottimo interlocutore, in chiave riformista, piuttosto che come sparring partner nel vostro esercizio di sagge dottrine intellettuali? Ok forse è proprio quello spazio politico che vogliono occupare sottraendo consenso elettorale al PD per donarlo magari ad una nuova entità politica. Così facendo comprendo il mancato invito a salire sul palco del mio (e di moltissimi altri, la maggioranza della base direi) Civati, uomo di sana e robusta costituzione.  Nel frattempo altrove, altre fine e raffinate menti non perdono occasione per esercitare ampi endorsement alla leadership renziana. Ci sono 30 punti di percentuale da recuperare per Giuseppe Civati da qui all’8 dicembre. Il tempo vola e rischia di atterrare su un altro ventennio di potere malgestito e di consolante partecipazione alla critica intellettuale nei teatri radical chic. Coraggio Signori, Giuseppe era li accanto a voi, lo avete salutato, abbracciato e lo stimate e allora cosa aspettate ad aiutare un uomo che come ben sapete ha l’ambizione di riportare dignità ad una tradizione importante e poi non vi stano a cuore tutti quei delusi che comunque continueranno a stare nel PD perchè li c’è anche un Civati?

Amnistia e indulto si e ci distinguono.

Amnistia e indulto. Ottimo, perfetto…una cazzata in definitiva!
Il Presidente scrive alla camere su un tema fondamentale. Perbacco, apostrofa, è in gioco la reputazione del paese, c’è la convenzione europea da rispettare e poi si rischiano multe salate.

Il caro Presidente davanti ha un microfono repentinamente ha sbraitato contro il M5s. Quelli del movimento secondo lui se ne fregano del paese? Ma a quale paese fa riferimento l’illustre capo di stato? quello fuori dalle carceri? Milioni di cittadini onesti lasciati marcire in libertà, liberi di andarsi ad ammazzare quando e come vogliono non appena vedono il fantasma di un futuro morto e sopolto? Insomma sta parlando del paese che anche lui da 20 anni ha abbandonato ad un’insopportabile destino? Oppure sta parlando di quel paese che retoricamente si vuole considerare civile ma che sotto sotto pratica la corruzione , la frode, l’evasione contando sull’assenza dello stato di diritto e privo del concetto di responsabilità? Si forse di questo tipo di stato “se ne fottono” (cit.), e non sono gli unici a farlo, credo. E  sarà il caso di iniziare semmai a contrastare questo tipo di pratiche molto italiote.

Dall’altra parte della barricata invece si fanno sventolare i vessilli del giustizialismo senza se e senza ma.

Ora, intendiamoci, io sono da sempre stato a favore di una progressiva riduzione dell’istituto detentivo, del ridimensionamento del ruolo pedagogico, deterrente e civico che da sempre ad esso viene largamente attribuito. E questa contrapposizione tra pro e contro amnistia/indulto proprio non la sopporto. Soprattutto non sopporto questo unire sotto un unica battaglia la difesa/attacco di due istituti di clemenza fortemente diversi, per natura giuridica e per effetti derivanti.

Gli aspetti che non mi convincono e quelli che mi convincono sono molti, proverò tuttavia a segnalarveli con un ardua sintesi.

  • ·         Si continua con le mosse a costo (monetario) zero: “pedonalizzazioni romane”(vedi la via dei fori imperiali disposta in rispetto del più bieco marketing politico), anti-femminicidio (titolone altisonante per un contenitore di banalità e “utilità” di altra natura), diritti gay (difesi con demagogia farcita di emendamenti pro-insulto agli omosessuali) e infine amnistie e indulti. Non possono, non sanno, non riescono a creare quelle politiche innovative che porterebbero, insieme alla crescita economica, anche quella serie di progressioni culturali che sono alla base di un vero sviluppo sociale.
  • ·         Giuseppe Civati oggi nel suo blog faceva notare ai più distratti l’enorme ipocrisia che regna sull’attuale dibattito. Ma nelle aule parlamentari esistono i numeri per realizzare queste operazioni? Forse si, forse no, dipende da quanto Renzi e i suoi 200 (!) affiliati parlamentari stiano bleffando. La compagine Renziana si fa strada nel consenso popolare sguainando la sciabola giustizialista ma poi non dovranno in qualche modo rendere conto allo status quo che caldeggia la sua vittoria? Status quo intriso di numerosissimi personaggi in odore di galera.
  • ·         Si ripete da più parti che il Presidente questa crociata sulla clemenza la porta avanti dal 2005, in tempi non sospetti, si insiste. In effetti il “migliorista della sinistra” nel 2005 marcia con i radicali, nel 2006 diventa Presidente della Repubblica, nel 2007 firma l’indulto del ministro Mastella (quale onore!) sanando certe malefatte che sarebbe stato meglio non sanare, firma qua e la un po di discutibili grazie e infine torna all’assalto oggi con questa battaglia. Peccato che nel frattempo si sia dimenticato di scrivere alle camere qualcosina riguardo i necessari investimenti sulle ristrutturazioni edili da operare per evitare di ritornare a questa condizione penosa del sistema carcerario, peccato che abbia firmato la legge Giovanardi-Fini, il pacchetto Maroni e tutte quelle schifezze giustizialiste, queste si, ma per i soli pericolosissimi clandestini  e per i più temibili spacciatori-detentori di spinelli.  Che abbia ragione Travaglio quando segnala la probabilità che queste emergenze carcerarie vengano create ad hoc per poter giustificare atti clemenza nei momenti in cui arrivano a maturare certe stagioni processuali?  
  • ·         Che sia ipocrita l’attenzione che questi provvedimenti di clemenza rivolgono alla condizione carceraria dei poveri cristi è palesemente rivelata dagli effetti che si vanno a realizzare nel breve periodo. Alla fine chi commette reati come quello dello spaccio quando poi viene liberato non è che si reinserisce tanto facilmente nella società e finisce 99 volte su 100 per ricadere nella rete delinquenziale, poi l’assenza di buoni avvocati privati li fa precipitare nelle lunghe detenzioni preventive o cautelari  in compagnia dell’eterna attesa di un giudizio mentre chi fallendo fraudolentemente, costringendo al fallimento economico famiglie e società e quindi lo stato, se non immunizzato da un immorale ruolo politico si affida alle preziose cure del prestigioso avvocato pagato oltretutto proprio con il maltolto. Avvocato che riuscirà con abilità a temporeggiare (ottenendo lo status provvisorio di libertà per il proprio assistito) in attesa del prossimo indulto. Non sarebbe più onesto investire sul patrimonio immobiliare, magari non continuando a chiudere penitenziari ma piuttosto riaprendoli e nel contempo ridefinendoli funzionalmente attraverso una più sincera pratica rieducativa e di reinserimento. Meno sbarre alle finestre, più educatori e più mezzi finanziari.
  • ·         Che ne pensate di mille carabinieri in meno sulle strade a rincorrere piccoli spacciatori o poveri extracomunitari e mille carabinieri in più in ufficio a fare inserimento dati, riempire database, e digitalizzare faldoni giudiziari da mettere in rete attraverso server accessibili da ogni procura del territorio nazionale? Lo so quella della digitalizzazione dei documenti è una procedura avviata da tempo ma che procede con una lentezza disarmante vista la carenza di organico presso gli istituti preposti.

·         Mi si dirà: magari piuttosto che opportuniste prese di posizione pro-contro (in base alle convenienze) servirebbero ricette vere e proprie da sottoporre agli organi legislativi o quanto meno l’indicazione di vere e proprie strade percorribili. Prendo il rischio di sembrare uno che ha a simpatia Civati (eheh) ma il candidato segretario del PD insieme a Salvatore Tesoriero (giovane avvocato penalista e ricercatore universitario) nel post che precedentemente avevo richiamato proprio questo tipo di azione fa, diamine propone soluzioni… non si limita a cavalcare un messaggio promozionale ed elettorale come qualcun’altro ama fare. A proposito a Bari, nel frattempo, pare che dalemiani, vendoliani, nani, ballerine, mangiafuoco, lanciatori di coltelli….