Coming out di Bersani

Bersani quello che disse alla Debora Serracchiani che votare Napolitano non significava Governissimo con il PDL. Salvo poi realizzarlo il giorno dopo. Bersani ieri sera era ospite di un intervista a Ballarò (rairtre).

Riassumiamo i punti salienti dell’attuale pensiero bersaniano, espressi ieri sera nel corso dell’intervista rilasciata a Giovanni Floris. (a proposito Giova, ma domande sulla mancata votazione di rodota’ no?)

• Elogi profusi con ampia generosità a Enrico Letta e al suo governo.
• Grande endorsement a Matteo Renzi: “….è una personalità: vivace, fresco, intelligente”
• “Noi abbiamo un Premier, non abbiamo candidature: abbiamo un ottimo presidente del consiglio Enrico Letta”
• “Certamente ci saranno le primarie nel Pd ma solo per il segretario perché il Premier lo abbiamo già!”
• ” Una smacchiatina a Berlusconi l’abbiamo data: stiamo governando in quasi tutti i comuni d’Italia e abbiamo un Presidente del Consiglio”
• ” Visto il risultato delle amministrative gli italiani hanno capito di chi sono le responsabilità”
• Amministrative vinte perché gli italiani hanno compreso il percorso del PD.

Nessuna vera ammissione di colpa, allineamento totale all’attuale dirigenza, scomparsi gli slogan sul “governo del cambiamento” (e meno male vista il carico di ipocrisia di cui erano provvisti). Ma è soprattutto quel “giaguaro smacchiato perché il Premier è del PD” a gridar vendetta! Berlusconi era all’angolo e spacciato e invece adesso si trova al governo con una squadra di ministri, viceministri, sottosegretari, presidenti e vice presidenti di commissione che lavorano per lui nel segno di quella continuità che non avrebbe dovuto esserci, alla luce del risultato elettorale.

E bravo Bersani, “l’onestobravuomo” sta collaborando al vero disegno dell’attuale segreteria. Compattare il partito intorno al governo Letta. Nel frattempo il governo cercherà quei risultati clamorosi ricchi di fascino e suggestivi per il popolino di sinistra, soprattutto quelli a costo zero (ius soli e diritti gay) nel contempo favorirà politiche economiche liberiste e privatizzazioni a go go, in modo da rinforzare quella liasion con Monti e più in generale con l’universo finanziario, del resto il pallino delle banche è sempre stato nella testa dei suoi dirigenti. Tutta questo sostegno ad un “produttivo” governo “del finto-cambiamento” potrà generare una mozione spendibile al congresso per annichilire le spinte autenticamente innovative come quella agita da Civati. Altro che resa dei conti, ora si spiega perché cercano di prendere tempo spostando il congresso sempre più in là.

A proposito, bello il servizio su Siena e la sua Banca, una bella cartolina ricordo e sui bei tempi che furono, quando la banca assumeva tutti i senesi (purché senesi purosangue beninteso). E poi la fotografia odierna che ritrae il dramma per la fine di un sogno. Tra le righe la cattiveria di certa magistratura impicciona. Complimenti davvero.