Dialegesthai assente. Perchè non si fa più ricerca sulla verità?

Martedì il Manifesto ha pubblicato l’ennesimo articolo del prof. Piero Bevilacqua, ordinario di mille facoltà, contrattista editoriale nell’intero globo culturale della “sinistra” da Einaudi a Editori Riuniti, insomma un barone che sguazza nella decadenza italiana da sempre.

Oggi mordo e allora, relativamente all’articolo in questione, iniziamo col dire che con un 7% di voti in più al M5s non sarebbe stato possibile a D’Alema & Co. il giochino dei 101. Il premio di maggioranza alla camera sarebbe stato attribuito ai grillini, una ecatombe per gli equilibri aritmetici dalemiani, sempre delicati. Numeri alla mano, è facilmente dimostrabile che anche insieme a PDL e Scelta Civica non ci sarebbero stati gli oltre 500 grandi elettori di Napolitano, ne al 4°, ne ai successivi scrutini e alla fine si avrebbe avuto il cedimento auspicato sul nome di Rodotà per la Presidenza della Repubblica.

Il Giurista avrebbe dato l’incarico ad un altro tipo di governo (quello nato proprio dall’intesa sul suo nome ossia PD+SEL+M5s più qualche opportunista abile a salire sul carro dei vincitori) e oggi staremmo a raccontare tutta un’ altra storia.
Ma tant’è. E così, come durante la campagna elettorale ci siamo dovuti sorbire mesi di palle sul M5s (il patto dei grillini con casa pound [boom!] e simili amenità), oggi tocca ancora sentirci i Bevilacqua perbenisti della sinistra chic che ci descrivono a meraviglia il fallimento del movimento. Perché è chiaro no? Le lezioncine ce le danno, i disegnini ce li fanno e ubbidienti noi dobbiamo allinearci. Non bisogna mai contravvenire ai precetti degli eterni spin doctor che ci somministrano la solita dottrina.
Ricetta reazionaria, impartita da quelli che con Berlusconi e D’Alema al loro posto hanno sempre molto, tutto da guadagnare. Imperativo e categorico, diceva il fascista, e per questi personaggi i due aggettivi si devono riferire alla necessaria spaccatura del paese, diviso in due perché poi sennò se no il manifesto a chi cazzo li vende più i suoi colti gadget per benpensanti? Il tutto sempre con buona pace degli operai, degli studenti, in generale dei mal conciati dal sistema che da anni hanno smesso di votare a sinistra, per chi non se ne fosse accorto. Spero mi sia perdonata l’ eccessiva veemenza con cui mi scaglio contro questo genere di articoli che, seppur legittimi, sinceramente trovo pessimi e non meritevoli di essere ospitati dal giornale che fu di Pintor e Rossanda e oltremodo inadeguati ad occupare spazio su un sito internet chiamato esserecomunisti.it . A meno che essere comunisti oggi non voglia significare null’altro che l’aderenza ad un cliché à la page.

Ovviamente è opportuno che vi segnali almeno uno dei tanti passaggi del succitato articolo che proprio non ho digerito :

(…) Ora, poiché con la formazione del nuovo governo, si è realizzato quanto Grillo sperava (insieme a Berlusconi e a parte del Pd, ma guarda un po’!) si apre per voi non la prospettiva di crescita che speravate, ma l’avvio di un accelerato declino …

In queste poche righe, ma anche nel resto dell’articolo, non vi è traccia alcuna del possibile scenario davanti al quale ci saremmo trovati se il M5s avesse concesso la fiducia ad un governo Bersani, segretario, quest’ultimo, di un partito pienamente “posseduto” da D’Alema, come recentemente dimostrato dai fatti quirinaleschi e non solo.
Il “governo del cambiamento” (poi è Grillo il populista eh?) avrebbe governato con le politiche liberiste della ricetta montiana. Vendola avrebbe rispettato il patto di coalizione “italia bene comune”, ossia avrebbe votato pareri contrari nella discussione interna alla coalizione stessa, per poi perdere inesorabilmente, ma infine si sarebbe autocelebrato bastian contrario sui giornali, cucendosi al petto la medaglietta del buon comunista per la gioia dei corsivisti del manifesto. Tutto questo nel rispetto più zelante dei ruoli e delle parti stabiliti da quel ben noto copione che ormai dovremmo aver tutti imparato a memoria.

Aggiungo con stomachevole cipiglio, manco fossi Travaglio, una dimostrazione banale della cattiva fede del professore Bevilacqua portatore sano di comunismo DOP e IGT (mon Dieu!). Orbene, perché mai egli scrive che Berlusconi si trova al governo con “parte del PD”? Fa finta di non sapere che, fatti salvi 4-5 esponenti parlamentari, tutti in quel partito hanno votato quel presidente e quella fiducia vergognosa?

Chiosa finale. Come previsto si continua ad assistere alla solenne opera di demolizione del m5s. Ragionando con il senno del poi si argomentano posizioni che traducono questo movimento come il maggiore responsabile del deterioramento politico in atto. Bene, stando così le cose, si ringrazia il circolo mediatico (quasi intero) che tanto bene si è adoperato in campagna elettorale affinché si impedisse un successo elettorale troppo ampio del movimento. Ho dianzi dimostrato cosa sarebbe successo se il movimento avesse avuto numeri maggiori. Si ringraziano i giornalisti, i notisti, gli opinionisti, gli analisti ecc. di averci offuscato la vista, di aver compromesso un’attenta e lucida lettura di quello che stava accadendo in seno alla sinistra italiana e di averci imbottito di anticorpi e antibiotici contro il virus grillino (pericoloso quanto un raffreddore). Si ringrazia in ultimo l’establishment intero per averci salvato dall’ingresso in parlamento dei principi espressi dal voto popolare (25% m5s + 30% astenuti fanno una maggioranza assoluta che ripudia l’ancien régime). Adesso spetta a lorsignori spendersi un po meno in attacchi e dimostrare la loro reale aderenza al rinnovamento indicandone quelli che, indiscutibilmente, ne rappresentano i limiti ma praticando nel contempo il disconoscimento di un modello reazionario il quale, mi auguro, non vogliano ancora oggi professare.