Un Cahuzac chasse l’autre! (frammento da un diario parigino)

Staziono a Parigi da oltre una decina di giorni e le notizie dall’Italia sono talmente clamorose da non pagar fatica nel raggiungermi repentine tra i tavolini dei café-brasserie di St.Germain…eheheh
Ok mettiamo da parte questi ridicoli clichè e tralasciamo per ora anche i promessi commenti sulla compagine, largamente intesa, di governo.
Equipe tecnico politica che nel frattempo si è anche infoltita di sottosegretariati, vice e aiuti vice; tanti, troppi e tali da far impallidire ali babà con i suoi soli 40 ladroni.
Potrei esprimere un commento sulla dipartita del “Gobbo” che frequentava la chiesa di S.Giovanni dei Fiorentini.
Oppure descrivere lo stantio stupore davanti ad una condanna in secondo grado di giudizio a carico di un leader politico nostrano
Piuttosto amero’ (ah le clavier francesi senza la “o accentata) riferirvi almeno una delle tante riflessioni maturate
in luoghi molto diversi dai banali tavolini di cui sopra.

Ad un certo punto di una delle tante conversazioni all’ombra della torre eiffel (niente, è più forte di me) è saltata fuori una curiosa convergenza tra la stampa italiana e quella francese.
Quest’ultima, pressoche unanimamnte, all’indomani dello scandalo che ha riguardato Jerome Cahuzac ormai ex ministro del budget del Governo di Jean-Marc Ayrault (leggi Presidente Hollande) ha incentrato tutte le sue analisi sulla celebrazione del concetto di menzogna, di bugia (ricordate il Clinton mentitore al congresso americano?) piuttosto che sull’entità del reato e delle possibilità di miglioramento, del contollo del sistema, che ne scaturivano.

Insomma hanno portato l’attenzione della gente su un giudizio (scontato) della persona da formulare piuttosto che investigare giornalisticamente sulle grosse falle di un sistema che sempre meno regge; in questo contesto e con un opione pubblica violentemente scatenata su Cahuzac, tutti gli altri membri del govrerno si sono precipitati a pubblicare trasparentemente i propri redditi on line.
Risultato? per giorni e giorni non si parlava d’altro, chi era più ricco e chi più povero tra i politici autodelati, generando quell’esercizio demagogicamente fuorviante che anche noi, di qua delle alpi, conosciamo molto bene, soprattutto recentemente (basti pensare al risultato elettorale del movimento 5stelle)
Demagogia per demagogia andrebbe detto che di trasparente nelle dichiarazioni dei redditi di certe sfere sociali ormai c’è ben poco, basta avere un abile commercialista da ben renumerare et voilà che si ottengono miracoli.
Ma quello che piu’ colpisce è l’emulazione condivisa di un metodo di manipolazione dell’opinione pubblica che agisce in europa e non solo.

Mi si obietterà che quando si tralascia la messa a giudizio del reo per invocare un azione che investa, in modo più generale, il sistema intero, si sbaglia poichè infine è proprio di uomini che si compone il sistema stesso.
Beh Cahuzac alla fine ha pagato con le dimissioni e pagherà con un processo il suo grave errore ma è importante che questo passaggio venga inteso come un fatto semplicemente ineluttabile.
Pertanto diviene pleonastico ogni tentativo di ridurre tutta la faccenda sulla condanna da infliggere ad singolo attore di un sistema per quanto colpevole egli sia.
E’un po come tagliare un ramo secco ad un albero morto da vent’anni.

Infine auspicabile per il futuro sarà la crescità nelle persone della capacità di sottrarsi da certe campagne informative morbosamente fuorvianti.