Requiem for amaca

Oggi su La Repubblica Michele Serra ci regala un amaca davvero speciale.

Finalmente è stato eletto il presidente che garantirà il salvacondotto per se stesso, quello per Berlusconi e quello per gli amici dell’editore di Michele Serra, Adesso che il pericolo è scampato ritroveremo finalmente queste “PrestigioseFirmeDelGiornalismoItaliano” scrivere, con stravagante anticonformismo, quelle cose che già conoscevano ma su cui loro, da lungo tempo, omettevano di scrivere per amor di quello status quo ove loro, sempre loro, fottutamente loro, sguazzano da anni. Adesso i loro ipocriti consigli per il voto futuro se li possono tenere. Dispiace scrivere in questo modo di Serra, le cui amache ritagliavo e spedivo in busta con il francobollo ad un amico lontano quando ancora internet non esisteva (o quasi, era il 1996 o giù di li).

Caro Michele, c’è gente che, con la morte nel cuore, ha dovuto togliere il proprio voto alla sinistra proprio perchè in piena autonomia intellettuale era arrivata a queste amare constatazioni (l’odio di certa sinistra per la sinistra). Questa gente che cercava un dialogo con i suoi compagni per spronare la sinistra all’urgente cambiamento non veniva certamente aiutata dal tuo battage antigrillino (maliziosamente miope sulle vere battaglie da condurre). Oggi, all’indomani dello scempio di democrazia perpetrato dai soliti noti, dei tuoi consigli puoi farne quello che vuoi. Li puoi pubblicare e guadagnarci tanti bei soldini bellini bellini e molli-pucci,cippa-lippa ma io, grazie, posso farne a meno, la mia sinistra so dove andarmela a cercare, di sicuro lontano dalle tue false parole, lontano dal tuo giornale, magari nella mia storia o piuttosto nello sguardo impaurito di un operaio senegalese al quarto piano di un ponteggio.