DDL Partiti – Dietrofront ridicolo

E’ triste scoprire che due dei maggiori esponenti del gruppo dirigente del PD (il maggiore partito del centrosinistra) è incompetente in materia di Costituzione. Zanda e Finocchiaro giustificano con il richiamo all’art.49 della Costituzione Italiana, un ddl irricevibile in quanto anti-costituzionale . E tutte quelle polemiche sulla mancata preparazione delle matricole grilline vanni velocemente in frantumi.

Nei fatti:
L’ex Presidente della Corte Costituzionale Piero Alberto Capotosti intervistato dal Corriere della Sera ci spiega che «Ci sono dei problemi dal punto di vista strettamente costituzionale». L’articolo 49 della Carta, ricorda Capotosti, prevede il diritto dei cittadini di riunirsi nei partiti descritti come libere associazioni: «i nostri padri costituenti quindi sottolineano innanzitutto che si tratta di un diritto e che questo diritto deve potersi esercitare liberamente. E mi sembra che il ddl si rifaccia al modello previsto dall’articolo 39 per i sindacati, ma questo contrasta appunto con quanto previsto esplicitamente per i partiti. È solo per i sindacati, e non per i partiti, che la nostra Costituzione prevede l’obbligo dello statuto che fissi un ordinamento interno, a base democratica». La Costituzione, insiste Capotosti, «vuole tutelare la libertà di associazione dei cittadini nei partiti. Fissare statuti, pretendere la personalità giuridica dei partiti, infatti, può diventare fortemente limitante dell’autonomia del sistema politico. Ed è questo che i padri costituenti hanno voluto: la libertà è il bene primario che la Costituzione vuole garantire alla dialettica politica. Se si fissano paletti troppo rigidi ai partiti, si rischia di intaccare il diritto all’elettorato passivo di tutti i cittadini sancito dall’articolo 51 della Costituzione».

Gli autori del DDL “anti-Grillo” danno seguito alle polemiche, che questo inevitabilmente ha innescato, affidandosi alla scontata denuncia di strumentalizzazioni in corso. Sono anni che assistiamo alla puntuale rettifica della boiata di turno nei termini appena esposti oppure ricorrendo alla banale formula del fraintendimento. In questo caso c’è poco da fraintendere, siamo in presenza di un disegno di legge scritto e firmato tra gli altri dall’ex magistrato Felice Casson (con mia grande sorpresa e grave rammarico). Ovviamente l’ordine naturale delle cose vuole che l’agenzia Adnkronos stamattina riportasse l’inevitabile dietrofront

Non sono d’accordo sul giudizio di inopportunità riguardante la sua collocazione ad inizio legislatura (anche se la calenderizzazione non è ancora avvenuta), questo tipo di interventi legislativi le regole di competizione politica devono essere affrontanti in sede parlamentare lontano dalla competizione stessa ma due dubbi dobbiamo pur porceli: siamo realmente lontani dalle prossime elezioni? Non è questo un governo di servizio con un mandato temporale precario? Certo se così fosse sarebbe minacciata anche la discussione sulla riforma della legge elettorale. Tutto molto torbido e passiamo quindi al secondo dubbio che riguarda la necessarietà di esaminare gli aspetti posti in questione dal DDL in una congiuntura sociale economica molto grave. Capisco l’importanza di una discussione sulla disciplina democratica interna ai partiti, Ma francamente posta oggi, in questo contesto, sembrerebbe più che altro un diversivo per spostare l’attenzione da altri temi. O più che altro questa proposta legislativa sembra dettata dall’urgenza di sgomberare il campo da pericolosi competitori politici vedendo prossimo il fallimento del governo di co-irresponsabilità.